Marcel Latumaelissa si è offerto gentilmente di incontrarci a Pistoia, per passare con noi una giornata dedicata ai Layang-Layang, ed alle tecniche di combattimento.
Subito ci siamo scontrati con un grande equivoco...abituati a voli solitari e meditativi, abbiamo sempre dato grande importanza al tipo di volo dell'aquilone, più o meno veloce, trascurando il fatto che
per COMBATTERE, è il nostro filo che deve scorrere più velocemente di quello dell' avversario, per poterlo tagliare...ed è al filo che deve essere rivolta la nostra attenzione
detto questo, in breve sintesi le tecniche di attacco sono essenzialmente due:
tagliare il filo avversario tirando il proprio filo,
e tagliare il filo avversario rilasciando il proprio filo.
La seconda tecnica è la più semplice e adatta ai neofiti ed agli anziani, in quanto per padroneggiare bene la prima, occorre una velocità di esecuzione che si può acquisire solo con il tempo...pare anche che i fighters facciano un punto d'onore di combattere tirando...personalmente, avendo visto Marcel in azione (che tra l'altro garantisce di non essere tra i più veloci),
penso che se incontrerò avversari del suo stampo, mi rifugerò nella tecnica degli anziani e dei neofiti, che più mi si addice.
Notevole importanza ha
l'angolo di incidenza tra i fili, che determina chi taglia e chi verrà tagliato.
E' un argomento che merita un post dedicato, e verrà trattato più avanti.
Il filo che viene utilizzato in Olanda per combattere, si chiama Gelasan, un tipo di manjha di fabbricazione indonesiana, molto sottile e molto tagliente.
Al Layang vanno fissati circa 50-60 metri di Gelasan, ed all'altro capo, viene aggiunto del filo di nylon di ottima qualità, anche questo di fabbricazione indonesiana. Si combatte quindi con il nylon tra le mani, riducendo i rischi di ferite, e soprattutto viene eliminato il rischio di nodi quando si ha molto filo a terra, in quanto il nylon non si annoda.
Nella foto vediamo Marcel che prepara il filo per il combattimento, la parte viola è nylon, e quella verde è Gelasan
Abbiamo anche testato a fondo i Layang-Layang, e qui devo porre un supplemento di informazione al post precedente (schede tecniche Layang-Layang), dove affermavo che questo aquilone non deve essere troppo strattonato per non rallentarne il volo...il che non è del tutto sbagliato, tranne per il fatto che, come dicevo prima,
non è importante la velocità dell'aquilone, ma quella del nostro filo!
Abbiamo apprezzato una volta di più l'eccezionale versatilità di questo aquilone, dal controllo totale al range di vento praticamente illimitato...ed imparato qualche trucco, come mettere una goccia di Loctite all' incrocio tra la spina e la traversa, per rendere l'aquilone più rigido.
Per finire, i ringraziamenti...
a Marcel, che si è fatto 4 ore di auto solo per incontrarci,
a Giacomo, che ci ha trovato una location perfetta,
a Renzo, eroe di giornata (700 km di treno+ 200 di auto)
a Tommaso, che ha fatto da chauffeur e da interprete,
e poi qualcosa avrò fatto pure io, ma non me lo ricordo.
Ah si, ho scritto il post...
2 commenti:
...e hai scritto proprio bene!
io non avrei svelato nulla a nessuno e specialmente a Dario verso cui mi devo vendicare... sorrido ;-)
Chiunque capiti, per caso o altro, in questo blog, non potrà non notare che si è finalmente aperta una porta rimasta socchiusa a lungo, nel mondo dell'aquilonismo italiano: quella che si affaccia a questi magici aquiloni, gli aquiloni combattenti.
E questo anche grazie a Franco che nonostante i turni notturni sforna post esemplari.
Posta un commento