lunedì 7 settembre 2009

SICUREZZA.


Ciao a tutti, voglio aprire una discussione su un argomento per me fondamentale:
La sicurezza.
I più attenti avranno notato che a fondo pagina, da quanche giorno c'è un nuovo banner, "Cerol Nao!".
Si tratta di una campagna nazionale brasiliana contro l'uso di filo armato (Cerol appunto) nei combattimenti tra pipas. In Brasile e Cile, L'uso di filo armato è fuorilegge, in quanto a causa dei gravi incidenti (alcuni mortali) provocati dal filo di aquiloni dispersi, si è reso necessario creare apposite leggi per vietarne l'utilizzo.
Ora, visto che un'immagine vale più di mille parole, vi invito a cliccare sul banner...aprirete la homepage del sito. Ora cliccate sul pulsante "Imagens", e vedrete i danni causati dal filo armato su auto e moto. Vi sconsiglio la visione della galleria "Imagens fortes", che tratta dei danni alle persone...si vedono cadaveri con la gola squarciata, non è certo un bel vedere.
Ora, la domanda è d'obbligo:
Quanto stiamo rischiando per portare avanti il nostro bellissimo gioco?
Mi rendo conto di quanto sia estremo il confronto con i brasiliani...loro sono migliaia di persone che combattono tutti i giorni in mezzo alle strade, noi siamo una ventina di persone che si ritrovano una volta al mese (quando va bene) cercando spazi ampi per poter recuperare gli aquiloni. Eppure...
Eppure ogni volta che ci siamo trovati a combattere, qualche aquilone è andato disperso, nonostante la nostra buona volontà.
Ed è sufficiente 1 filo che attraversa una strada a causare un guaio.
A me personalmente , è capitato di recuperare un aquilone finito su un albero, con una trentina di metri di Gelasan che penzolavano su una pista ciclabile, ad altezza d'uomo.
Il Gelasan, appunto...è così sottile che pare destinato a rompersi prima di far danni...ma se non fosse così?
C'è qualcuno che vuole prestarmi il suo collo per testarlo?
Io personalmente non voglio sapere che tipo di danni può causare il Gelasan alle persone, e non vorrei saperlo mai...

Ho una domanda per gli amici olandesi e francesi...voi come vi organizzate?
Scorrendo il newsgroup "Manjha Team", ho notato che il mese scorso in Francia c'è stato un incidente...un motociclista ha avuto il casco danneggiato da un filo di manjha disperso durante una competizione, e per fortuna era solo il casco.

Ora, finisco il post ed apro la discussione...vorrei che lo lasciaste in prima pagina per qualche giorno, per dare modo a tutti di partecipare.
Grazie.


22 commenti:

Tommaso ha detto...

Io e Franco abbiamo già avuto modo di parlare di quanto scritto a voce e quindi cerco di riportare quì il mio pensiero così da condividerlo con gli altri interventi:
ho visto il sito e osservato le foto che purtroppo sono tragiche e tali rimangono.
Ho cercato di osservarle comunque in maniera distaccata per farmi un idea tecnica dei rischi effettivi che ha il filo...
la prima considerazione è il mio dubbio che effettivamente sia filo di cotone rivestito di vetro come il gelesan che siamo soliti usare noi. Cerco di spiegarmi meglio: il gelesan è un cotone che ha poca resistenza allo strappo [1.5 o massimo 2 kg. infatti ad usarlo con patang che solitamente tirano di più tende a rompersi] e alcune foto mi paiono di fili che hanno molta resistenza come se fossero di nylon rivestito... ciò che vorrei dire è che dubito che un gelasan tirato orizzontale possa resistere all'urto di una vettura o persona.
Non sono disposto a metterci il collo [in chiacchera goliardica], ma sono disposto a fare la prova comprando uno zampone.
Ho riflettuto invece che il taglio è sicuramente possibile se il gelasan resta impigliato in obliquo e quindi non avviene un urto quanto uno sfregamento... si, in questo caso credo che gli esiti siano tragici.
Resto dell'idea che i combattimenti siano da organizzare in luoghi opportuni quali il mare e/o posti particolarmente isolati, ma allo stesso tempo credo che un incidente sia un concatenarsi di sfighe veramente incredibile... il filo dovrebbe tendersi in un luogo di passaggio, dovrebbe avere la giusta altezza, la giusta inclinazione per il taglio e l'incidente dovrebbe verificarsi prima che sia passata una notte e l'umidità non abbia reso "inattivo" il filo... ritengo anche che se considero come "possibile" quanto sopra dovrei altrettanto prestare attenzione al volo con il solo filo di cotone perchè anche questo taglia obliquo [e non poco dicono le mie dita] così come il nylon è altrettanto pericoloso perchè resiste anche ad un urto frontale per poi non dire dei cavi di Dyneema che si usano per altri aquiloni che ogni tanto prendono il volo...
la mia personale riflessione sulla questione sicurezza degli ultimi nostri incroci riguarda molto l'uso del nylon sia perchè non biodegradabile [se lo perdo in mare rimane] sia proprio per la sicurezza rispetto ad un filo "resistente" disperso nell'ambiente.
Per quanto sopra esposto penso che continuerò ad usare il gelasan apportanto sempre [ed ora di più] una buona dose di buonsenso e consapevolezza rispetto la pericolosità del gioco che stò facendo.
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Mauri ha detto...

Strano gioco. La sola mossa vincente è non giocare.

dal film "War Games", 1983

(troppo drastico? :-))

Anonimo ha detto...

ciao Tommaso ne stavo parlando prima con franco e ci siamo scambiati un paio di commenti sul fatto............. premetto che nn ci possiamo paragonare come tu dici a loro perche' li e' un fenomeno di massa ............
nn puoi vederlo distaccato perche' cmq sei un'addetto ai lavori quindi cmq ti ci devi immedesimare in modo tale da rimanere piu' attento quando si "gioca"............... pero' come dicevo a franco bisogna calcolare il rischio residuo ovvero la fatalita',ti faccio un' esempio:
durante una gara ti si trancia il cavo, l'aquilone cade su una strada e rimane il tempo che intercorre dal momento che cade fino a quando lo vai a recuperare (puo' anche essere 30 sec.) e se in quel preciso momento passa uno con la bici/moto??
come dice franco nn e' pericoloso solo al taglio ma un dolore di quelli fa sbandare e cadere un motociclista.
il gelesan ha poca resistenza allo strappo ma devi considerare che un aqui che cade ha un'estremita fissa che puo' essere l'aqui stesso impigliato ad un palo o albero o nn so che e il filo libero al vento........ immagina la carezza che danno puo' fare!!
per me l'unico sistema sicuro per le gare e' farle a mare con vento da terra cosi almeno il vento spazza a largo gli aquiloni e nn si impigliano da ness parte
mikele

Cervia Volante ha detto...

Tremende immagini, come molti di voi ho guardato le immagini forti, proprio perchè è di fronte al peggio che si acquista consapevolezza dei guai che si possono causare.
Sono anche d'accordo a dire che in Brasile, come in India è un fenomeno di massa e che certe condizioni - giusta altezza, giusta posizione, momento critico - sono molto piu probabili nella multitudine di quelle feste che nella singolarità del nostro caso, ma un incidente è tale proprio per via di un mix di eventi concatenati e sfigati e la sfiga ci vede benissimo come si dice.
Pertanto sono d'accordo a prestare un occhio di riguardo maggiore a tutto quello che riguarda la prevenzione. Continuate cosi.

Roby ha detto...

capisco che fighter si traduce in combattente,ma io personalmente non sento sto gran bisogno di combattere.per me è già una lotta far volare bene i miei aquiloni,quindi,qualsiasi decisione prendiate aderisco tranquillamente.non mi dilungo nelle varie considerazioni che tutti noi nella propria testa abbiamo fatto ma dico solo che che i primi sintomi di perplessità li ho avuti proprio a Mestre dove si vedevano scomparire all'orizzonte i nostri giocattoli apparentemente innocui.se volete che ve lo dica,non sono neppure d'accordo che il mare possa risolvere il problema.ma se siete sicuri che in acqua,il filo, perda le proprietà malefiche mi adeguerò.io sono del parere che volando bassi e con 7/10m di gelasan,ci si possa divertire comunque e in spazi più ristretti.provare per credere.

Paolo ha detto...

Sono daccordo sul fatto che l'incidente e' il concatenarsi di vari sfortunati eventi , sta' nelle persone il cercare di sbloccare questa catena in modo da modificare l'evento ; ovvero tenere sotto controllo le problematiche che il gioco stesso puo' creare, cercando di risolverle al momento . possono esserci problemi di spazio,di vento forte, di folla, ecc... sta' sempre a noi decidere il da farsi . Penso comunque che continuando ad utilizzare il gelasan che utilizziamo tutt'ora ,( parecchio sottile ) sia gia' un buon inizio di prevenzione ; mi e' capitato in mano un gelasan piu' resistente , sempre di cotone ma di dimensioni maggiori al nostro.. devo dire che quello , o il nylon ricoperto , siano gia' un livello molto piu' alto di pericolosita'.Continuando comunque ad incontrarsi in spazi ampi e controllati .

dario ha detto...

non sono convinto neanch'io che sia cotone quel filo,anche perchè io non sono ancora riuscito a tagliarmi col gelasan.detto questo nn dubito che sia possibile tagliarsi e che si imponga usare molta prudenza e come dice tommaso effettuare delle prove.
naturalmente con ogni cavo si può verificare questo problema e, anche se nelle foto mi sembravano più grossi e robusti,bisognerà sicuramente fare ancora più attenzione a questi eventuali rischi,inventandoci nel frattempo sistemi per diminuirli o meglio ancora annullarli.

Paolo ha detto...

Potrebbe essere una buona idea, magari gia' attuata, oltre che a limitarci a parlarne noi qua , diffondere il messaggio inviando il link ai vari club di aquilonisti ed ai vari organizzatori di manifestazioni , questo per far si che anche loro siano al corrente di questi fatti . qualcuno addirittura pensa che certe cose siano leggende metropolitane ; vedendo le foto si farebbe un idea .

R e n z o ha detto...

Penso che "in ogni caso" vada tutelata l'incolumità di chi possa incontrare qualsiasi filo tagliente, gelasan, manhja, o cerol che sia.
E' chiaro che il filo, incrociato per "sfregamento" è paragonabile ad una lama che sicuramente fa danni.
Sta a noi trovare le zone giuste per eventuali combattimenti.

Ognuno di noi dovrebbe cercare e proporre location adatti.



Molti di noi fanno volare questi aquiloni per il gusto di giocarci e divertirsi, per voli "meditativi"; non trovano necessario lo scontro che, secondo me (N:B:ultimo classificato nell'unico torneo...) è comunque quasi basilare nella cultura di questi aquiloni.
La dicussione è importante, e importante sarà trovare delle soluzioni nei prossimi incontri.

Kite Fighter ha detto...

Sou brasileiro, e apaixonado por pipas de combate, vejo com muita preocupação esse problema, em paises como Chile e Brasil se rsolveu tomar a providencia mais facil e menos inteligente, tornar crime uma paixão, muito triste e preocupante.

franconow ha detto...

La discussione è aperta, i suggerimenti arrivano...il mio punto di vista è semplice: cominciamo a lasciare fuori la sfortuna da questi discorsi. La sfortuna può essere forare una gomma in un giorno di pioggia...ma se un gruppo di persone si ritrova per giocare con fili taglienti, non è colpa dell'avverso destino se poi qualcuno si fa male, ma è colpa delle persone che giocano coi fili taglienti. Quindi questo è un preciso richiamo alla responsabilità. La faccio corta...a ragion veduta, per come ho visto svolgersi la nostra stagione di combattimenti, secondo me non esistono luoghi sicuri che ci mettano al riparo dal rischio di fare del male al prossimo, ed il fatto di disperdere il tutto in mare non mi entusiasma.

Paolo ha detto...

Se a questo punto provassimo a tirar fuori delle proposte per riuscire a fare il tutto in sicurezza ? Volare piu' bassi .. usare molto meno gelasan .. farlo solo in spazi adeguati o con vento adeguato .. Si potrebbe rivedere le regole .. a meno che qualcuno abbia gia' deciso ..

G65 ha detto...

Mi tengo per ora al di fuori della conversazione... sapete come la penso... ;-)

Tommaso ha detto...

credo Giacomo che un intervento di qualche parola in più aiuterebbe tutti a capire meglio la tua posizione...
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per il resto una riflessione sulle cose scritte sino ad ora:
- io non mi trovo in accordo con Franco per ciò che riguarda i luoghi e le occasioni per fare combattimento: non ho intenzione di dire a priori che il combattimento non si faccia... e mi pare che Franco abbia invece assunto questa posizione.
Questa è ovviamente una mia considerazione che nasce dalla percezione della sue parole... non voglio la minima polemica su questo, se Franco ha desiderio di dimostrare che il mio modo di sentire è sbagliato credo che sia giusto che lo faccia in discussione... se la discussione è o non è aperta alla scelta di "migliorare" il proprio pensiero.
Io resto dell'idea che l'intervento di Franco mi ha aiutato e ci ha aiutato a comprendere meglio eventualità e pericolosità del nostro gioco [con la crudezza e realtà delle foto]... e preso consapevolezza di questo "nuovo" risvolto io ribadisco che la scelta di combattere deve essere supportata da condizioni di campo e volo che siano valutate con attenzione di volta in volta.
Personalmente ritengo che volare sul mare sia ottimale e continuerò a farlo ogniqualvolta mi sia possibile... chi non si trova in sintonia è pregato di esprimere in maniera alquanto particolareggiata il proprio pensiero perchè io [montanaro e testadura] non ne vedo controindicazioni.
Desidero anche aggiungere che ieri con Antonio abbiamo volato in touch-line ed entrambi abbiamo trovato la cosa divertente e tecnicamente interessante... e quindi aggiungo questo alla discussione... se il luogo non è adatto io affiancherei ai voli dimostrativi e/o contemplativi questa opportunità di gioco in uno contro uno, vi invito a provare.
Questo è quanto, buoni venti.

franconow ha detto...

Chiarisco: sinceramente in questo momento non so se continuerò a combattere (sul mare o altrove), ma questa è una scelta che riguarda solo il sottoscritto...non voglio, non debbo, non posso imporre nulla a nessuno.
Il mio solo desiderio è quello di mettere tutti in guardia, riguardo ai pericoli connessi a questa attività. Soluzioni alternative, al momento mi interessano poco, ma come ho già scritto, io decido solo per me stesso.

dario ha detto...

non sono d'accordo con te franco!
gapisco che incidenti come quelli che abbiamo visti facciano riflettere,ma a questo punto uno non fà più niente,poichè in quasi tutte le attività ci sono rischi.e se rompi i freni mentre vai a volare e falci una famiglia?
però è anche vero che bisogna non sottovalutare il problema e valutare correttamente nuove modalità e maniere di recuperare i cavi.non credo che volare basso sia un buon sistema perchè nn risulta divertente se perliamo di 40-50 mt,che tra l'altro nn garantiscono il recupero.
io batterei sui campi adeguati e eventualmente in forme di combattimento diverso,per contatto o magari come fanno in indoor:coda fissata leggermente e vince chi la fà cadere all'avversario

G65 ha detto...

OK, ecco qua il mio parere... occhio però, non credo di riuscire a condensare il tutto in poche righe...
Dunque, come molti di voi già sapranno la mia posizione DA ORGANIZZATORE era il "NO" al manjha (o gelasan, o cerol o che vi pare), in quanto non posso assolutamente permettermi di rischiare che all'interno della "mia" manifestazione succeda un incidente di qualsiasi genere.
La cosa è stata più volte sottolineata in occasione dei miei interventi riguardanti appunto l'organizzazione della manifestazione ed è stata sottolineata anche scherzosamente da Renzo (mi pare) in occasione del suo report dell'ultima edizione.
Abbiamo combattuto comunque, è vero, ma è anche vero che la spiaggia, a causa delle condizioni meteo, era totalmente deserta e che il vento soffiava da terra verso il largo... la dimostrazione è il fatto che Daniele ha perso il suo Rokkaku nuovo fiammante in mare in occasione di un taglio.
Vi posso comunque assicurare che in caso di condizioni diverse da il manjha (ecc, ecc...) sarebbe stato ASSOLUTAMENTE VIETATO.
Smettere di combattere non è assolutamente una soluzione, almeno secondo il mio punto di vista... la soluzione è combattere in "Touch line", prendere confidenza con fighter e cavo ed attendere le condizioni ottimali per un combattimento "cut line", come ad esempio è successo a Viareggio lo scorso anno... impensabile proporre un "cut line" a Ferrara in occasione del Vulandra o a Cervia con vento di mare...
Prendo ad esempio ciò che succede negli USA, dove certo Johnny Hsiung eccelle nel "touch line" ma non disdegna dei combattimenti "cut" quando le condizioni lo permettono...

Questa la mia posizione, confermata anche per la prossima edizione del Levant'eVento.


Keep fightin' ;-))

francomonza ha detto...

Ho visto le forti immagini ...bhè ragazzi dire che sono sconvolto è poco, servirà senza dubbio a riflettere e prendere conoscenza della pericolosità di questo nostro "divertimento".
L'aquilone per me è una distrazione di piacere e di benessere psichico e tale deve rimanere.
Se per volare, non dovessero esserci le condizioni di una totale sicurezza, dovremmo rifiutarci tutti quanti di partire con del cavo ARMATO!
La caratteristica di questi aquiloni è il combattimentoed è bello vederli incrociare i cavi... sono d'accordo che i voli meditativi possono anche stancare... ma quello che conta di più alla fine è riuscire a divertirsi passando insieme dei bei momenti insieme.
Se si decide di intraprendere un'azione dimostrativa, devono esserci tutte le condizioni di sicurezza totale per impedire lontanamente il verificarsi di qualsiasi tipo di incidente!.
Ci penserò almeno due volte prima di legare un cavo armato al mio aquilone.
A presto...

Mauri ha detto...

Se posso... Io non ho mai fatto un combattimento e probabilmente non penso di farne; consciamente o inconsciamente non avrei quella tranquillità e serenità che desidererei. Faccio ricordare che il filo perso, rimane in "agguato" fino a morte sopraggiunta per consumazione... quindi ti farebbe stare in apprensione per parecchio tempo. Riguardo a ciò che dice Dario, non concordo, in quanto al discorso dei freni e sostengo per esperienza di vita, che NON è vero che in quasi tutte le attività ci sono rischi...
Visto il discorso in oggetto, penso che un minimo di copertura assicurativa personale per questo "gioco molto rischioso" sarebbe una buona idea. Buon vento a tutti!

Anonimo ha detto...

vorrei ribadire una cosa in termini di legge se succedesse una cosa del genere in Italia si viene incriminati e giudicati per OMICIDIO COLPOSO......... cmq a parte questo il solo pensiero che il mio divertimento possa essere poi un ricordo permanente in faccia a un'altro nn mi farebbe dormire piu' la notte...... dario per i freni si verrebbe giudicati per la stessa cosa fino a prova contraria......... cmq a parte questo quelli sono casi che succedono e quella e' fatalita' in quanto un camion o una macchina esistono e si devono muovere e per fermarli si deve frenare ........un'incidente come quello e' perche oltre a essere fatalita' e' perche c'era un filo che qualcuno ha uscito e usato........

mikele

dario ha detto...

l'esempio era un pò forzato perchè mi è venuto quello ma avevo scritto
"mentre vai a volare" per sottolineare il fatto che vai a divertirti e potresti lasciare la macchina in garage.quante volte abbiamo forzato la fatalità portando le gomme un pò al limite,guidando sulla neve con gomme normali,caricato troppo,o preso rischi che possono causare una tragedia.tu mikele nn voli ai festival?un cavo dinema se scorre sul collo di un bimbo in una giornata di vento forte.....ma può valere per 1000 altre attività,dallo sci al kite surf.dove c'è attività c'è pericolo,la differenza la fà il modo in cui ti approcci alla situazione di pericolo. volevo solo chiarire la mia idea ,non fare polemica o paragonare situazioni,e la cosa importante è che si prenda coscienza di una potenziale situazione pericolosa,cosa che mi sembra sia avvenuta.suggerisco anche di renderci conto ,con delle prove di come si comporta il cavouna volta bagnato o immerso nell'acqua:si deteriora veramente?

andrea benini ha detto...

visto che mi sono giunte alcune telefonate, per chiedermi che fine avevo fatto e cosa ne pensavo al riguardo della discussione in atto, intervengo. prima di tutto volevo avvertirvi che non sono sparito, ma che ho avuto molto da fare sotto l'aspetto lavorativo. (quindi chi poteva pensare che io fossi scomparso, e che di conseguenza ha tirato un sospiro di sollievo, pensando: se andrea è scomparso adesso non mi taglia più nessuno). quindi non potete stare tranquilli eheheheheh.
ho visto le foto ( tutte ) ho letto i vari commenti con attenzione. ho deciso di non esprimere il mio pensiero, perchè non ho ancora chiaro in mente cosa poter scrivere al riguardo. avrei potuta metterla sull'ironico e dire che il mio filo disperso è meno pericoloso di altri dato che mi riesce meglio tagliare che essere tagliato. quindi meno filo disperso meno pericolosità.
penso però che non si possa ironizzare sulle foto che ho visto. per cui per il momento preferisco non esprimere opinioni al riguardo. voglio solo ricordare che qualsialsi filo di qualsialsi tipo di aquilone venga disperso può essere molto pericoloso. vorrei inoltre ricordare a tutti quelli che ancora non hanno nessun tipo di assicurazione che sarebbe meglio farla, a prescindere dal tipo di aquilone che si utilizza e a prescindere dal tipo di cavo che si utilizza. se non sapete a chi rivolgervi per l'assicurazione si può fare un post a questo riguardo. anzi penso che si potrebbe anche pubblicare un link dove si trovano le modalità assicurative (questo compito lo lascio ai responsabili del blog, dato che non vorrei fare pubblicità ad una assicurazione piuttosto che ad un'altra).
da ciò che mi risulta, fino a poco tempo fa non è mai successo che ci si sia dovuti avvalere di un rimborso danni per incidenti dovuti ad aquilonisti assicurati.