sabato 5 settembre 2009

PATANG

Come brigliare il patang!
Per brigliare gli aquiloni , ognuno di noi ha le proprie preferenze e soluzioni più o meno "complicate".
Nella vacanza di quest'anno, mi sono preoccupato di relazionare un sistema molto pratico ed efficente (almeno per me) per chi si è avvicinato da poco ai "nostri" aqulononcini . Sicuramente non ho scoperto nula di nuovo , ma aggiungendo questo mio post agli altri già presenti, potrà essere un'alternativa per chi vorra sperimentare diverse soluzioni riguardanti le briglie dei combattenti.

PUNTO NUMERO 1: verificare che l'aquilone sia costruito a regola d'arte, controllare se le distanze di tra arco e spina centrale sono simmetriche.

Controllare che la carta non presenti fori o piccoli buchi , strappi invisibili che potrebbero diventare degli squarci improvisi una volta preso il volo...insomma una controllata vivsiva generale.



PUNTO NUMERO 2 : Per "proteggere" il più possibile la vela dell'aquilone e quindi conservarlo al meglio, bisogna rinforzare le parti dell'aquilone soggette a strofinamenti o contatti violenti con il terreno... procurarsi nastro adesivo generico (io ho usato nastro adesivo in alluminio) e rivestire questi angoli.




il particolare più delicato è senza dubbio il "naso". Io esagero sempre un paio di spessori di nastro e non ci peso più.







qui si può notare la vela in tutte le sue parti rinforzate.

NB: lo scotch che si vede sulle due parti dell'aquilone è stato un mio esperimento, sconsiglio di fare questa cosa per il semplice fatto che l'aquilone in volo si è trovato ad avere la vela con due "tasche"per ogni metà... se il nastro non è stato messo correttamente cambia l'assetto di volo il modo irreparabile!







PUNTO NUMERO 3 : Bisogna individuare ora il punto d'attacco della briglia.
Semplice: uno sarà l'incrocio tra le due stecche, l'altro sarà 3 o 4 cm sotto il righello (bamboo) che abbiamo messo tra le estremità della traversa



... effettuare con un ago i due fori passanti per il fermo della briglia superiore ed inferiore...


PUNTO NUMERO 4 : Assicurarsi che la traversa in corrispondenza dell'incrocio con la spina centrale sia incartata, questo per evitare che si possa "tagliare" la briglia una volta legata.









PUNTO 5 :... la lunghezza corretta della briglia non deve uscire dall'angolo della traversa dell'aquilone. Questo accorgimento serve ad evitare che la briglia non resti impigliata sull'angolo in fase di rilascio del cavo (caso rarissimo).
Una volta annodata, si passa all'anello di ritenuta del cavo.






PUNTO 6 : Anello di ritenuta del cavo.
Con uno spezzoncino di filo fare un piccolo anello con tre nodi semplici (che servirà per per fissare il cavo di ritenuta)







PUNTO 7 : far girare l'anello sulla briglia fissandolo con la tecnica a bocca di lupo.







... una volta messo in tensione difficilmente potra spostarsi...









PUNTO NUMERO 8 : Ultima fase!
Trovare il corretto angolo di incidenza al vento e spostare l'anello verso l'alto (picchiarlo) o verso il basso (cabrarlo).

ora siete pronti per volare...
BUON VENTO A TUTTI VOI !!!



8 commenti:

Roby ha detto...

e ci voleva tanto? non potevi farlo prima di andare in ferie? ottimo lavoro Franco.adesso dimmi cosa fai degli altri patang che non sono perfettamente simetrici.a me ne sono capitati molti e ho sempre tribolato a farli volare bene.o girano a destra o a sinistra.uno uguale a quello delle tue foto l'ho brigliato e non mi ha dato nessun problema,poi forse a causa di nastro per fori ha cominciato a virare a destra e recuperarlo col carrete,la cosa si fa critica per le correzioni di rotta che gli devi far compiere quando comincia a essere "vicino".così ho dedotto che per averne 10 di buoni devo prenderne 100.adesso fai un post di come utilizzi gli altri,non a regola d'arte.ciao.

dario ha detto...

quel sistema lo usava franconow,2 anni fà!
è stato un pò abbandonato a causa dell'adozione del nylon che consente di riaprire la briglia a piacimento e fare le opportune modifiche.ciò non toglie nulla alla sua validità:punto di forza,estrema facilità di settaggio,a sfavore tendi a cambiare spesso il punto di attacco per migliorare il volo,e alla fine fai casino.bel post franco e ben ritrovato.

Renzo ha detto...

X Franco...Ok per la "briglia americana", ti sei fatto un amico: Giacomo...
Io mi ostino a farla fissa, forse per la mia incapacità di tenerla ferma seppur con un doppio bocca di lupo.


X Roby!!!
Io ho la fissa degli aquiloni che filano dritti: i patang li devi mordere piano piano e magari più volte sulla parte di traversa che spinge troppo, fino a che riesci a domarli.
Attento a non lasciarci la dentiera....

francomonza ha detto...

ciao Roby, quando trovi aquiloni "difettosi" devi fare solo una cosa: con un taglierino ben affilato,stacchi la vela dalla traversa e verifichi se la flessione di quest'ultima sia corretta.
Una volta fatto ciò ,ribordi con squadra e matita la nuova vela (mantenendo chiaramente quella esistente)se ce ne bisogno incolli della nuova carta dove serve e rincolli il tutto.
Riesce sempre tutto molto bene, puoi incollare dei ferzi di carta con diversi colori proprio per personalizzare il tuo nuovo lavoro.
Seleziona le tue ceature "impedite difettose" e armati di pazienza e buona volonta per periodo invernale quando è piacevole restare al calor del focolare ah ah ah a presto!!!
Salutoni a Fernanda.

Mauri ha detto...

E ragazzi ma che delicati! (Scusate l'intromissione visto che sono uno degli ultimi arrivati...) Domanda: "Avete mai provato a volare con un aqui che nasce non perfetto (secondo noi) e lasciarlo comè?" Io ho provato ed è mooolto interessante; cioè invece di "correggere" tenere comè...:-) Provaci Roby e se proprio non resisti, prova a "piombarlo" con un piombino da pesca :-D , Ciao cherzo ovviamente, cari saluti a tutti e buon vento!

Tommaso ha detto...

Ciao a tutti... torno proprio ora da ArtePozze dove insieme a Maurizio abbiamo fatto ricerca di posti per volare e dove ho perso un magnifico patang piccolo di Wallace su un lampione... pazienza.
I patang sono stati i miei primi aquiloni combattenti e ho praticamente conosciuto Franco e Renzo nelle esposizioni delle diverse tipologie di briglia... Franco con la briglia "dinamica" e Renzo con la tradizionale.
Io sono partito con l'opzione MY [Maestro Yoda] semplicemente perchè il primo tutorial fu quello del negozio OW che era ovviamente un tradizionale.
La briglia dinamica è stata una cosa che si è andata a perdere nel tempo, ma continuo a pensarla un ottima idea anche se non la uso.
In questi giorni visto il carico di patang nuovo di Abdul arrivato qualche tempo fa, sto provando a fare tante e diverse briglie ai patang proprio per riuscire a trovare il "mio modo di brigliare" che credo che sia una cosa molto personale e "a sentimento"... oggi nei voli qualche risultato buono c'è stato, piano piano sentiro la mia briglia.
Desidero aggiungere una riflessione di questo ultimo periodo... il nylon: ho deciso di non brigliare più layang [i patang li ho sempre fatti a spago] con il nylon perchè mi infastidisce il fatto che tutto l'aquilone è "naturale" e quindi si distrugge con il tempo mentre il filo di nylon resta indistruttibile alle intemperie... è una riflessione così scritta velocemente, poi magari ne riparliamo.
Desidero ringraziare FrancoMonza [che non vedo l'ora di rivedere in quel di Cervia] per il bel post "tecnico" che mancava da tempo sul blog... è sempre interessante fare il punto sulle nostre esperienze e soprattutto vedere anche "esperimenti non riusciti"... GRAZIE e a presto.

Paolo ha detto...

Sono contento che ti sia esercitato per bene a brigliare patang .. a Cervia potrai esercitarti ancor di piu' !!!

G65 ha detto...

Ciao Renzo.
La briglia americana ha tre punti di attacco... diciamo che quella di Franco è una via di mezzo tra l'indiana e l'americana ;-)))